Sono tutti d’accordo: aumenti dei prezzi delle materie prime come quelli che si stanno registrando da un paio di mesi a questa parte non si erano mai visti prima. Un fenomeno senza precedenti da decenni a questa parte, con rialzi spropositati e concentrati in un arco temporale molto ristretto, accompagnati dalla difficoltà persino di reperirla, la materia prima di cui si ha bisogno. L’impennata dei prezzi ha colpito un po’ tutti i settori, ma in maniera particolarmente violenta quello della gomma-plastica.
«C’è una forte mancanza di polimeri, con la conseguente corsa all’accaparramento ed esplosione: l’incremento in due mesi è stato del 50% – dice Marco Bergaglio, amministratore delegato di Piber, il gruppo vogherese che produce contenitori per alimenti – mai visto niente di simile. Le cause? L’ondata di freddo eccezionale che ha colpito il Texas, dove sono concentrate le raffinerie degli Stati Uniti, ha costretto al fermo degli stabilimenti, con forte impatto sulla filiera del petrolchimico. In più Cina e India, che viaggiano a pieno ritmo, sono in grado di pagare prezzi più alti rispetto all’Europa per la materia prima. Purtroppo come in altri ambiti – vedi le mascherine – l’Europa ha rinunciato ad avere il controllo sui materiali e quindi si rende ricattabile: speriamo che serva da lezione. I nostri impianti di raffinazione sono pochi e spesso vecchi, rinnovarli o ampliarli richiederebbe grandi investimenti. In estate la fiammata dovrebbe esaurirsi, ma ce ne vorrà per ricostituire le scorte».
Forte l’impatto sulla plasturgia, «un settore molto sviluppato, che tra l’altro è minacciato dalla prossima introduzione della plastic tax», spiega Bergaglio, che è vicepresidente di Unionplast (la federazione gomma-plastica di Confindustria). Che la situazione sia estremamente problematica lo conferma Nicola Centonze, presidente di un’altra big del settore, la Itp di Bosnasco che produce film per imballaggi, oltre che presidente del gruppo gomma-plastica di Assolombarda: «I prezzi di tutti i tipi di plastica stanno avendo degli aumenti abnormi e si fa fatica a reperire la materia prima. Oltre al problema in Texas e all’aumento della domanda dai Paesi asiatici, ci sono stati vari fermi di impianti. E anche un rincaro impressionante dei prezzi dei trasporti: per un container da 40 piedi dall’Estremo Oriente all’Europa si è passati da 2.000 a 8.000 euro, per avere un’idea».
Sofferenza che pare destinata a durare ancora, secondo Paolo Garbagna, amministratore delegato della Icss di Gropello (e consigliere del gruppo gomma-plastica di Assolombarda), azienda attiva soprattutto nel packaging : «In 30 anni non ho mai assistito a una corsa ai prezzi come quella di adesso: parliamo di un 48% in più in un mese per gli stirenici. Il polistirolo espanso è aumentato di 500 euro a tonnellata, rispetto a 1.300-1.400 di prima. Per carta e cartone meno, ma comunque attorno al 10%. Una tempesta perfetta causata dal fermo di tante aziende, e l’ondata non si fermerà a breve perché ci sono manutenzioni programmate di altri stabilimenti. E di sicuro, quando tutto si sarà placato, non si tornerà ai prezzi di prima».
Fonte: LAPROVINICAPAVESE, autore LUCA SIMEONE